Charlotte Whitton diceva: «Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà. Per fortuna non è di cile».
Probabilmente si riferiva al mondo che le apparteneva, cioè quello della politica, ma guardandoci intorno è presto dimostrato che il concetto può ancora essere riconducibile a tutti campi: dalla musica alla finanza, dall’arte per arrivare allo sport. Perché, sicuramente, molte atlete femminili si saranno riviste in questa frase.
E chissà se tra loro c’è anche Lara Gut, una vera principessa delle nevi.
E’ il 10 febbraio 2017. Nella pausa tra la manche di discesa e quella di slalom della combinata, Lara cade. Il ginocchio fa crac e probabilmente anche il suo cuore. Capisce subito che si è fatta male, molto male.
Circa una decina di giorni dopo si sottopone a un intervento in cui le viene ricostruito il legamento crociato anteriore e le suturano i menischi. Lo sconforto, la disperazione e lo scoraggiamento sono sentimenti che dopo un infortunio di questa portata pervadono l’animo di molti atleti.
Sentimenti che l’avevano sopra atta nel 2009, quando si era lussata l’anca destra ed era stata costretta a rinunciare ai Giochi Invernali di Vancouver l’anno dopo.
giornalista: Laura Emanuelli
illustratrice: Sandra M Bisiani Martinson